Tratto dal libro "Finalmente liberi dal cibo" di Renate Gockel
I cibo-dipendenti raccontano spesso di dare troppo poco ascolto ai sentimenti. Ci si prefigge uno scopo partendo dalla testa, e ci si immagina esattamente come dovrebbero andare le cose. E bisogna raggiungerlo nel tempo più breve.
La via per raggiungere lo scopo, secondo questo modo di pensare, non è che un male necessario. Che la via per raggiungere lo scopo sia il processo di sviluppo veramente importante, lo si accetta raramente. "La via è la meta", dicono i cinesi. Per noi al contrario, la tensione verso l'obiettivo è un fatto positivo. Se io ho in testa solo obiettivi prefabbricati, allora la tensione verso un obiettivo è effettivamente qualcosa di positivo. Ma se io lascio che le cose vengano a me, e sono anche aperto ad altre situazioni, la tensione allo scopo diventa meno fastidiosa. Se qualcuno - come succede ai bulimici - ha in testa uno schema 'tutto o niente', allora conterà solo il 'tutto' perfezionistico, e tutti gli altri possibili risultati saranno catalogati come 'fallimenti'. Un individuo con un simile schema mentale ha un alto bilancio di insuccessi. Infatti una cosa riuscita solo al 99 %, è già considerata inaccettabile.
Osserviamo il modo in cui un bambino piccolo impara a camminare. Solo dopo essere andato strisciando e carponi, comincia a sollevarsi. Poi riesce a stare in piedi. A poco a poco osa alzare un piede dal suolo e abbandonare momentaneamente la propria posizione sicura. Nel farlo cerca sempre un sostegno. Così comincia a spostarsi tenendosi ai mobili. A un certo punto, solo dopo essere cascato ed essersi rialzato molte volte, trova il coraggio di affrontare lo spazio tra due mobili, senza un appoggio. Si esercita per settimana, a volte per mesi, instancabilmente. Non c'è bambino che dica : "Beh se non mi riesce questa volta non ci provo più". Un bambino si esercita sempre fino a quando è in grado di mettere in pratica una nuova capacità. Non importa quanto tempo impieghi. E' paziente e indulgente con se stesso. Solo gli adulti hanno perso la capacità di essere pazienti e indulgenti con se stessi, perchè hanno loro insegnato che non bisogna 'giocherellare'. Ci hanno iniettato la 'tensione verso l'obiettivo' e spiegato che le cose possono andare in questo e quel modo, e non altrimenti. E ci hanno insegnato a non mettere in discussione questi principi.
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BELLISIIMO...c'entra moltissimo con il periodo che sto affrontando io..
RispondiEliminaogni giorno un fallimento..sempre troppo poco perfetta nonostante i miei sforzi..
Credo che questo pezzo che hai postato mi darà da pensare per molto..molto tempo!
sarebbe meraviglioso avere la stessa curiosità,ma allo stesso tempo la stessa pazienza dei bembini..non è mai cosi facile purtroppo...
ma l'hai preso da qualche libro?se si..posso chiederti quale e se ne vale la pena di leggerlo?
grazie 1000..
kissss
E' un grande insegnamento quello che mi dai con questo pst... e ti ringrazio tantissimo... Spero tanto di riuscire ad essere come i bambini piccoli, prima o poi...
RispondiEliminaP.S.= Ma questo brano l'hai tratto da un qualche libro di auto-aiuto a tema DCA?...
Uno dei limiti piu' grandi che possiamo frapporre tra noi stesse e la nostra realizzazione e' l'idea di dover raggiungere la perfezione.
RispondiEliminaLa perfezione e' un concetto vuoto del quale ci rendiamo schiave.
E quando ci rendiamo conto di non riuscire a raggiungerla, cadiamo in depressione e abitudini distruttive.
La perfezione e' veramente il limite piu' stupido che possiamo auto-imporci, significa partire sconfitte in partenza, incamminarci fin da subito lungo la strada della frustrazione e dell'insuccesso.
L'idea che ci deve guidare e' quella del miglioramento.
Renderci conto che cio' che facciamo oggi e' un passo avanti rispetto a quanto si e' fatto ieri.
E quando cadiamo, non dobbiamo considerarci delle fallite perche' cio' che abbiamo previsto e' andato fuori posto, ma continuiamo a crescere e a cambiare.
Il libro e' piaciuto un sacco anche a me!
Buon weekend!
Ti abbraccio!
Vere parole..
RispondiElimina“gli adulti hanno perso la capacità di essere pazienti e indulgenti con se stessi, perché hanno loro insegnato che non bisogna 'giocherellare'.”
Perdona la mia scarsità di parole.. è che è un periodo orribile e non riesco a pensare molto lucidamente.. spero la prossima volta di stare meglio e poter lasciare un commento più decente..
L'ho letto ankio=)
RispondiEliminaE' proprio vero, tutto o niente, le mezze misure non sono mai state il mio forte, è una cosa che va sdradicata....
RispondiEliminaI bambini ci danno un grande insegnamento, loro ci mettono il massimo impegno in ogni cosa che fanno, spontaneamente e rialzandosi a ogni caduta!
Comprerò al più presto il libro, sembra molto utile, buona serata e un abbraccio Vale, grazie per tutto!^^